mercoledì 9 aprile 2014

Mangiare, nutrimento e piacere

Mangiare, tra bisogno e piacere
L'atto del nutrirsi è di fondamentale importanza perché grazie al nutrimento si riesce a riservare la specie animale e quella umana.
L'uomo è ciò che mangia”. L. Feuerbach

L'alimentazione dell'uomo dovrebbe essere analizzata almeno secondo due prospettive socio economiche:
a) contesto di sopravvivenza;
b) contesto di sussistenza.

Nel primo caso è naturale riferirsi esclusivamente al mangiar per non morire, mangiar per fame, potremmo consumare tuberi e radici crude, fiori e bacche, carni durissime ma crude, uccelli, pesci , la loro funzione, nutrirci per vivere o meglio per non morire.
Nel secondo caso intervengo cambiamenti sostanziali e radicali, dove il nutrimento è diffuso , di quotidiana reperibilità , gli alimenti sono democratizzati  e quindi la disponibilità degli alimenti è accompagnata dal piacere, dal sentire, dall'essere.
“Dimmi quel che mangi e ti dirò chi sei”. A. Brillat Savarin
I modi di mangiare, le abitudini alimentari sono anche riconducibili ai modelli culturali, religiosi,  al dove e la quando ci si trova, ai condizionamenti meteoclimatici .                        
La cucina traduce e realizza , da forma e trasforma, riduce e aumenta, è la sintesi di tecnica e conoscenza di arte e competenza , ma è la figlia, la primogenita della passione, la passione dell’atto del servire, del far stare bene del divertire e far godere delle
esperienza a tavola.
Oggi , in cucina mi piace sentire ed essere e solamente dopo fare, mi piace annusare, assaporare, gustare, toccare, guardare ed osservare e perché no anche udire e sentire.
Questa è  un'ipotesi della cucina, nella sua estrema essenzialità e semplicità si nasconde
un modo di essere.
Riflessioni
Vincenzo Butticè


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